Tools

Una sezione speciale di questo blog è dedicata ai tool e alla loro importanza. In ogni applicazione dell'informatica i tool incidono in gran parte sul risultato finale. Esistono infatti tool professionali e tool amatoriali che differiscono per funzionalità ed ovviamente per prezzo. I primi possono arrivare a costare migliaia di euro mentre gli altri hanno prezzi che vanno dalle poche centinaia di euro fino ad arrivare a costo zero (freeware).
I contenuti di questa pagina hanno lo scopo di guidare l'utente nella scoperta dei tool più appropriati per le prorpie esigenze. Cominciamo questo nostro viaggio nel mondo del software dividendo i tool in diverse categorie:

Open Source: Questo termine indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso.
La collaborazione di più parti (in genere libera e spontanea) permette al prodotto finale di raggiungere una complessità notevolmente maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L'open source ha tratto grande beneficio da Internet, perché esso permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.
I software open source attualmente più diffusi sono Firefox, LibreOffice, VLC, Gimp, 7-Zip, oltre ad un gran numero di progetti rivolti non all'utente finale ma ad altri programmatori. Sono inoltre degne di nota le famiglie di sistemi operativi BSD, GNU, Android e il kernel Linux i cui autori e fautori hanno contribuito in modo fondamentale alla nascita del movimento. La comunità open source è molto attiva, comprende decine di migliaia di progetti, numero tendenzialmente in crescita.
Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento.


Software Proprietario:  Con il termine software proprietario o software privato si indica quel software che ha restrizioni sul suo utilizzo, sulla sua modifica, riproduzione o ridistribuzione, solitamente imposti da un proprietario. Queste restrizioni vengono ottenute tramite mezzi tecnici o legali:
Mezzi tecnici: rendere pubblico solo il codice binario del software, trattenendone il codice sorgente. In questi casi la modifica del software risulta molto difficile, ottenibile solo grazie a disassemblatori e ad elevate capacità informatiche.
Mezzi legali: licenze, copyright e brevetti.
Il termine viene utilizzato dalla Free Software Foundation (FSF) per descrivere il software che non è software libero o software semi-libero. Tecnicamente il termine si riferisce al software il cui controllo è esercitato da un proprietario e quindi potrebbe essere applicato a tutto il software che non è di pubblico dominio. La FSF, comunque, usa il termine per evidenziare il contrasto tra software proprietario e libero: nel primo è il proprietario il punto principale sul quale viene sviluppato il software, nel secondo invece è la libertà degli utenti.
Il termine viene spesso sostituito da "software non libero", mentre Richard Stallman a volte utilizza il termine "software che soggioga l'utente" e Eben Moglen a volte parla di "software poco libero". Il termine "non libero" viene solitamente usato dagli sviluppatori Debian, ma anche loro a volte usano il termine "software proprietario". Nel mondo open source viene invece preferito il termine "closed source software" (software a codice chiuso) per evidenziare il contrasto tra software che può essere classificato come open source e non.
Alcuni pacchetti software liberi sono disponibili anche con termini di software proprietario, come per esempio MySQL e SSH. I possessori del copyright originale di un determinato software libero, anche se rilasciato con copyleft, possono utilizzare una doppia licenza per far sì che sia loro sia gli altri possano ridistribuirne versioni proprietarie. Il software libero senza copyleft, o software libero "con licenza permissiva", permette a chiunque di creare delle versioni proprietarie da ridistribuire.
Sia il software proprietario che il software libero si avvalgono delle regole poste a tutela del diritto d'autore anche se gli obiettivi sono radicalmente diversi. Infatti il software proprietario si avvale delle suddette regole al fine di sfruttare economicamente i programmi per elaboratore e per definirlo come proprietario; Il Software libero invece persegue finalità diverse, infatti il ricorso al diritto d'autore viene effettuato allo scopo di rendere effettivamente libero il programma, in alcuni casi anche al fine di evitare che terze parti possano deprivare gli utenti delle libertà concesse dall'autore originario del software. In entrambe le categorie definite, la distribuzione e la circolazione del software avviene per mezzo delle licenze d'uso.
Il codice sorgente di un software proprietario solitamente non viene diffuso e viene ritenuto un segreto commerciale.
Alcuni esempi di software proprietario sono: iTunes, Microsoft Office, RealPlayer, Winzip, Adobe Photoshop, e alcuni diffusi sistemi operativi: Microsoft Windows, Mac OS X.
Il software proprietario disponibile gratuitamente viene chiamato "freeware". Il software "shareware" è invece disponibile gratuitamente ma solo per un periodo di prova. Il software proprietario con un copyright che non viene più esercitato e che viene usato illegalmente dagli utenti viene chiamato "abandonware" e può includere o meno il codice sorgente.


Shareware: Lo shareware è una tipologia di licenza software molto popolare sin dai primi anni novanta. Vengono distribuiti sotto tale licenza in genere programmi facilmente scaricabili via Internet o contenuti in CD e DVD quasi sempre allegati alle riviste di Informatica in vendita in edicola.
Il software sotto tale licenza può essere liberamente ridistribuito, e può essere utilizzato per un periodo di tempo di prova variabile (generalmente 30 giorni). Scaduti questi termini, per continuare ad utilizzare il software è necessario registrarlo presso la casa produttrice, pagandone l'importo. All'avvio dell'applicazione shareware, generalmente un nag screen informa l'utente su come effettuare la registrazione e sulle condizioni di utilizzo.
La versione di prova può avere, in aggiunta o in alternativa alla durata limitata, rispetto alla versione completa, limitazioni quali l'impossibilità di stampare o salvare i file o simili, numero di utilizzi limitato, contenere al suo interno meccanismi di protezione tali da impedire di utilizzare il software dopo la scadenza, mancanza di supporto del produttore, watermarks audio o video sovraimposti ai file multimediali prodotti e altro, tuttavia queste limitazioni posson esser aggirate da alcuni programmi specializzati per cui nella maggior parte dei casi ingannano questi programmi di prova per poter essere usati anche oltre il termine. Una volta acquistata la versione completa viene generalmente fornito un codice seriale da inserire nell'applicativo per sbloccarne le funzioni senza dover effettuare una nuova installazione.


Freeware: Questo termine fu coniato da uno sviluppatore software chiamato: Andrew Fluegelman. Il termine freeware indica un software che viene distribuito in modo gratuito.
Il freeware è distribuito indifferentemente con o senza codice sorgente, a totale discrezione dell'autore e senza alcun obbligo al riguardo. È sottoposto esplicitamente ad una licenza che ne permette la redistribuzione gratuita. Il software freeware viene concesso in uso senza alcun corrispettivo, ed è liberamente duplicabile e distribuibile, con pochissime eccezioni. Di norma l'autore che decide di rilasciare il suo lavoro come freeware, esercitando appieno il suo diritto di scegliere le forme e le modalità di distribuzione che ritiene più idonee, inserisce esplicitamente delle clausole che impediscono qualsiasi tipo di pagamento per la distribuzione del suo software, fatto salvo un eventuale "piccolo" rimborso per supporti e spese di duplicazione, esattamente come avviene per lo shareware.
Altri esempi di restrizioni opzionalmente inserite dagli autori sono le limitazioni all'utilizzo da parte di istituzioni statali o forze armate.

Portable Apps: Una Applicazione Portatile (portable app) è un programma software che è in grado di eseguire autonomamente senza la necessità di installare i file sul disco fisso della macchina sulla quale viene lanciato. Esse sono comunemente utilizzate su un dispositivo di memorizzazione rimovibile come un CD, un flash drive USB, una flash card o un disco floppy. Il termine Applicazione Portatile non devono essere confuso con la portabilità del software, in cui il codice sorgente del software viene compilato per diverse piattaforme informatiche. Le Applicazioni Portatili possono essere eseguite su qualsiasi sistema informatico con cui esse siano compatibili, ma in genere richiedono uno specifico sistema operativo come Microsoft Windows XP o superiore, Linux, etc.
Un programma si può definire "portable" solo se:
  1. non deve essere installato sul PC ospite per poter funzionare correttamente;
  2. funziona correttamente se viene eseguito da qualsiasi supporto del PC ospite, interno o esterno;
  3. non lascia tracce né nel registro di Windows, né nelle cartelle utente, né in qualsiasi altra cartella del PC ospite, ma solo nella cartella da cui viene eseguito;
  4. non deve influire sui settaggi dei programmi equivalenti che si trovano già normalmente installati sul PC ospite (ad esempio X-Firefox eseguito da pendrive USB, non deve creare problemi né modificare i settaggi della copia di Firefox già installata sul PC ospite).
Esistono due grosse raccolte di applicazioni di questo tipo liberamente scaricabili da Internet e sono: WinPenPack e PortableApps






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